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Lo sciopero generale contro il governo di Netanyahu

Il ritrovamento dei sei corpi degli ostaggi in un tunnel di Rafah ha scatenato la rabbia di Israele, tanto da spingere il  principale sindacato Histadrut a indire uno sciopero generale che si è svolto lunedì 2 settembre.

Domenica sera un fiume di persone si è riversato per strada per chiedere un accordo immediato per la liberazione degli ostaggi e chiedere le dimissioni del primo ministro Netanyahu.

Il sindacato e l’opposizione infatti criticano duramente l’operato del governo per non essere riuscito a portare a casa vivi gli ostaggi.

Il giorno dopo,  migliaia di persone sono scese in piazza a Tel Aviv e Gerusalemme, gli uffici governativi, aziende e scuole sono rimasti chiusi. A incrociare le braccia c’erano anche i lavoratori del principale aeroporto  Ben Gurion a Tel Aviv.

Numerosi sono stati gli scontri tra i manifestanti e la polizia. Inoltre ci sarebbero almeno 8 persone arrestate.

Intanto Netanyahu sempre più sottopressione promette una dura risposta contro Hamas.
“Lo sciopero è una vergogna. State dicendo a Sinwar: avete ucciso sei persone, qui noi vi sosteniamo”. Lo ha detto durante la riunione di governo il premier nella sua prima dichiarazione dopo la proclamazione dello sciopero generale.

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