Un terzo della popolazione infantile mondiale, ovvero 766 milioni di bambini, è stata esposta a ondate di calore estreme nel periodo compreso tra luglio 2023 e giugno 2024, quando le temperature hanno raggiunto nuovi record. Lo rivela una nuova indagine di Save the Children.
Nello stesso periodo, 344 milioni di bambini – il 15% del totale mondiale – hanno sperimentato, nel luogo dove vivono, la temperatura più alta registrata almeno dal 1980, mentre il numero di minori colpiti da ondate di calore estreme è raddoppiato nell’ultimo anno rispetto a quello precedente. Circa 170 milioni di minori sono stati colpiti dal caldo estremo solo nel luglio di quest’anno, mese che ha registrato temperature senza precedenti a livello globale, compreso il giorno più caldo mai registrato.
Il caldo estremo sta portando a un aumento dei ricoveri ospedalieri dei minori, alla diffusione di condizioni respiratorie come l’asma, oltre ad avere un impatto sulla salute mentale e sullo sviluppo generale dei bambini. Le ondate di calore stanno anche aggravando le disuguaglianze esistenti e l’insicurezza alimentare, causando le chiusure delle scuole e una riduzione delle capacità di apprendimento. Nei mesi di aprile e maggio 2024, più di 210 milioni di bambini hanno perso giorni di scuola a causa del caldo estremo. Nella provincia più popolosa del Pakistan, il Punjab, almeno 26 milioni di bambini, ovvero il 52% di tutti gli alunni del Paese di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria, a maggio hanno saltato le lezioni a causa del caldo estremo.
Nelle zone di conflitto, l’effetto combinato delle ondate di calore e delle crisi umanitarie mette ulteriormente in pericolo i bambini che già vivono in condizioni precarie.
Sameer, 13 anni, della provincia pakistana di Sindh, che nel maggio del 2024 ha registrato una temperatura di 52°C – sfiorando il record di 54°C – ha raccontato che il caldo soffocante ha provocato malesseri a lui e ai suoi compagni di classe:
“Abbiamo dei colpi di calore e i bambini svengono. Uno dei miei amici, Yasir, è collassato. Gli è venuta una febbre improvvisa e ha iniziato a vomitare. Poi è stato portato subito in ospedale. I bambini hanno attacchi di vomito, febbre e vertigini per caldo intenso, anche a me è capitato più volte di avere le vertigini mentre ero seduto alla mio banco”.
L’Afghanistan è uno dei paesi più vulnerabili alla crisi climatica
In Afghanistan gli eventi estremi, tra cui le alte temperature, hanno costretto almeno 38.000 persone, di cui circa la metà sono bambini, ad abbandonare le proprie case nei primi sei mesi di quest’anno, ovvero più che in tutto il 2023.
L’Afghanistan, inoltre, è il sesto Paese più vulnerabile agli impatti del cambiamento climatico, ma anche uno di quelli in grado di adattarsi meno e far fronte a questi mutamenti improvvisi. Più di una persona su tre in Afghanistan sta affrontando livelli di fame da crisi, causati principalmente da shock climatici e prezzi elevati dei prodotti alimentari. Secondo l’ONU, venticinque delle 34 province dell’Afghanistan stanno fronteggiando condizioni di siccità gravi o catastrofiche, che stanno colpendo più della metà della popolazione.
Save the Children chiede ai governi nazionali di eliminare rapidamente l’utilizzo e i sussidi ai combustibili fossili e di garantire una transizione giusta ed equa per limitare il riscaldamento delle temperature a 1,5 gradi C sopra i livelli preindustriali. I bambini devono essere riconosciuti agenti chiave del cambiamento nella crisi climatica e vanno loro garantite piattaforme per esprimersi. I leader devono anche includere e mettere al centro queste voci – e i bisogni e i diritti dei bambini, in particolare di quelli colpiti da disuguaglianze e discriminazioni – nella risposta globale al cambiamento climatico, compresi i finanziamenti per il clima dai Paesi a più alto reddito ai Paesi a basso reddito. Concretamente, ciò significa garantire che edifici come le scuole siano meno colpite dall’aumento delle temperature, in modo che i bambini possano imparare in sicurezza.
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