La fine del regime di Assad rischia di erodere l’influenza della Russia in Medio Oriente, e per tale motivo sta tentando di garantire il futuro delle sue principali basi militari in Siria, stringendo rapporti con la nuova leadership ribelle del Paese.
La Russia ha una base aerea nel nord-ovest della Siria e una base navale nel porto mediterraneo di Tartus.
La base di Tartus offre a Putin l’accesso a un porto in acque calde, mentre la base aerea di Hmeimim viene utilizzata come base di sosta per far entrare e uscire i suoi appaltatori militari dall’Africa.
Per gli osservatori la questione chiave è se Mosca riuscirà a raggiungere un accordo con i ribelli siriani per mantenere il controllo sulle due basi militari.
Nelle ultime ore il Cremlino pare abbia attenuato i suoi attacchi e la retorica nei confronti del gruppo islamista HTS, che ha guidato la rivolta contro Assad.
“Mosca preferisce trattare con chi ha potere e controllo, e scarta chi li perde”, ha affermato Nikolai Sokov, ex diplomatico russo e sovietico, ricercatore senior presso il Centro di Vienna per il disarmo e la non proliferazione.
Questo cambio di Mosca lascia Assad in una posizione di totale irrilevanza, avendo esaurito la sua utilità per Putin.