Domenica in Moldavia si sono tenute le elezioni presidenziali e il referendum sull’inserimento nella Costituzione del percorso di adesione all’Ue.
La presidente filo-occidentale in carica, Maia Sandu, è arrivata prima al primo turno delle elezioni con il 41,91%, ma non essendo sufficiente, andrà al ballottaggio con Alexandr Stoianoglo, un ex procuratore sostenuto dai socialisti filo-russi.
In merito al referendum i moldavi hanno votato a favore del paese nell’Ue, anche se con una maggioranza risicata: con 2.200 sezioni scrutinate su 2.219 i voti favorevoli sono 742.819 voti (50,31%) contro 733.711 contrari.
“Il popolo moldavo si è espresso: il nostro futuro nell’UE sarà ora ancorato alla costituzione. Abbiamo combattuto lealmente in una battaglia ingiusta, e abbiamo vinto. Ma la lotta non è finita. Continueremo a spingere per la pace, la prosperità e la libertà di costruire il nostro futuro” ha dichiarato la presidente Maia Sandu.
Nel giugno 2022 Chisinau ha ottenuto lo status di candidato insieme all’Ucraina, anche se permangono dubbi sulla capacità del paese di attuare le necessarie riforme democratiche e giudiziarie nel prossimo futuro.
Le due votazioni si sono tenute nel contesto difficile, con le autorità moldave che accusano Mosca e i suoi delegati di orchestrare un’intensa campagna di “guerra ibrida” per destabilizzare il Paese e ostacolare il suo percorso verso l’UE.
Domenica mentre era in corso il conteggio dei voti, la presidente in carica Maia Sandu,ha accusato le “forze straniere” di aver orchestrato un “assalto senza precedenti alla libertà e alla democrazia del nostro Paese”.
“Abbiamo prove evidenti che questi gruppi criminali miravano ad acquistare 300.000 voti, una frode di portata senza precedenti”, ha aggiunto Sandu. “Il loro obiettivo era minare un processo democratico”.
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