in Moldavia

L’ombra del Cremlino sulle elezioni in Moldavia

Domenica in Moldavia si recheranno alle urne per due elezioni importanti: una per eleggere il presidente o la presidente del paese; l’altra è un referendum sull’integrazione della Moldavia in Europa.

I sondaggi danno in vantaggio la presidente filo-occidentale, Maia Sandu, che spera di portare avanti il ​​suo programma vincendo un secondo mandato e assicurandosi un “sì” in un referendum per affermare l’adesione all’UE come obiettivo “irreversibile” nella costituzione.

I principali sfidanti sono Alexandr Stoianoglo, ex procuratore sostenuto dal Partito Socialista (filorusso), e Renato Usatii, ex sindaco di una cittadina al nord della città, Balti.

L’ombra del Cremlino

Sandu e i suoi alleati hanno lanciato un allarme sui risultati delle elezioni che potrebbero essere influenzati dalla campagna di influenza russa, basata sull’acquisto dei voti e sulla disinformazione.

La presidente ha accusato il filo russo Ilan Shor, oppositore dell’adesione all’Ue, di condurre una campagna destabilizzante da Mosca.

Olga Roşca, consigliere  della politica estera di Sandu, ha dichiarato al The Guardian: “La Russia sta riversando milioni di soldi sporchi per dirottare i nostri processi democratici. Non si tratta solo di intromissione, è una vera e propria interferenza volta a destabilizzare il nostro futuro. Ed è allarmante”.

In una conferenza stampa  il capo della polizia nazionale, Viorel Cernăuțanu, ha accusato Shor e Mosca di aver messo in atto un complesso schema di acquisto di elettori “in stile mafioso” e di aver corrotto 130.000 moldavi, quasi il 10% dell’affluenza normale alle urne, per votare contro il referendum e a favore di candidati favorevoli alla Russia.

Cernăuțanu ha detto che i suoi ufficiali hanno arrestato circa 300 persone che si sarebbero recate in Russia per ricevere una formazione su come rompere i cordoni della polizia e creare caos pubblico all’interno del paese.

Inoltre le autorità moldave hanno dichiarato di aver bloccato decine di canali Telegram e chatbot collegati a un’iniziativa volta a pagare gli elettori.

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