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L’attacco militare iraniano contro Israele

Nella notte tra sabato 13 e domenica 14 aprile l’Iran ha lanciato un attacco militare senza precedenti contro Israele, con almeno tre ondate di droni e missili. Secondo quanto riferito da Israele, le difese aeree israeliane con il supporto di Stati Uniti, Francia e Regno Unito, sono riusciti a intercettare oltre il 90% dei droni e missili diretti principalmente contro obiettivi militari. L’attacco  anche se non ha sortito grandi effetti significativi, dimostra per l’ennesima volta che in Medio Oriente è stata superata l’ennesima linea rossa.

La breve operazione militare iraniana è solo l’ultimo episodio di una lunga serie di tensioni tra i due paesi. L’attacco iraniano è stata una risposta  al raid israeliano contro un edificio dell’ambasciata in Siria, che ha ucciso tra gli altri Mohammad Reza Zahedi e Mohammad Hadi Haji Rahimi, rispettivamente comandante della Forza Quds delle Guardie rivoluzionarie iraniane in Siria e Libano, e il suo vice, insieme al direttore del suo ufficio e a due consiglieri.

Domenica i paesi del G7 hanno condannato l’attacco militare iraniano.  Il presidente  americano Biden sin da subito ha condannato l’Iran e ha riconfermato “l’impegno ferreo dell’America per la sicurezza di Israele”.

“L’attacco dell’Iran va condannato. È stato un atto di grande escalation che potrebbe trascinare tutto il mondo in una guerra. È un attacco senza precedenti”.
Lo ha dichiarato Gilad Erdan, rappresentante permanente di Israele alle Nazioni Unite, nel corso della riunione al Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

Per l’Iran che ritiene chiusa la questione  invece è stata autodifesa. “L’attacco è stato condotto come forma di autodifesa, in linea con l’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite. È stata un’azione necessaria, proporzionata e diretta solo contro obiettivi militari”. Lo ha detto il rappresentante permanente dell’Iran alle Nazioni Unite, Amir-Saeid Iravani, nel corso della riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

“L’inviolabilità delle sedi diplomatiche era stata violata dall’attacco di Israele al nostro consolato in Siria”, ha aggiunto. “Ci sono due pesi e due misure. Il Consiglio di Sicurezza non ha condannato l’attacco contro il nostro consolato in Siria”. “Le cause profonde di questa situazione sono chiare a tutti, Israele ha provocato oltre 30mila vittime civili a Gaza, questo regime atroce ha provocato vittime anche tra gli operatori umanitari. E’ un genocidio contro la popolazione palestinese”, ha aggiunto. “Questo regime atroce ha commesso una serie di reati brutali contro le nostre persone, nostri funzionari, scienziati e civili. Hanno anche sabotato le nostre infrastrutture”.

“Vogliamo esercitare moderazione e l’abbiamo fatto, ma Israele deve rispondere delle sue azioni e delle sue atrocità. Anche il Consiglio di Sicurezza deve assumersi le sue responsabilità contro questa minaccia alla pace, servono misure punitive contro Israele, affinché rispetti i suoi obblighi rispetto alle risoluzioni dell’Onu”. “Non cerchiamo di favorire l’escalation di questa guerra, bisogna allentare le tensioni. Non c’è nessuna guerra per procura in questa regione”, ha aggiunto.

Quale sarà la risposta di Israele

Per il momento Israele  non reagirà, ma l’ambasciatore israeliano in Italia, Alon Bar, a Skytg24 ha dichiarato che ” non è una buona idea dire al nemico cosa faremo, ma finché non troveremo un modo di fermare l’Iran il rischio di escalation continuerà ad esistere”.

“L’attacco di sabato notte è stato l’apice dello sforzo continuo dell’Iran di generare un’escalation nel conflitto attraverso il Libano, lo Yemen, l’Iraq e la Siria. Fino a quando l’Iran non smetterà di sostenere Hezbollah, Hamas, gli Houthi nei loro attacchi contro Israele, fornendo loro armi, denaro, soldati e addestramenti, non sarà possibile parlare di descalation” ha aggiunto l’ambasciatore. 

Intanto l’Iran ha avvertito che se Israele reagirà, interverrà duramente. “L’attacco limitato dell’Iran contro Israele di sabato sera mirava ad avvertire, scoraggiare e punire il regime sionista. Ma se Israele intraprenderà una nuova azione contro l’Iran, dovrà sicuramente affrontare una risposta molto forte”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri iraniano, in un colloquio telefonico con l’omologo russo Serghei Lavrov.”

Le relazioni tra Israele e Iran 

Le relazioni tra Israele e Iran hanno attraversato diverse fasi, anche se nel tempo sono peggiorate per motivi di carattere ideologico e storico.

Le ostilità tra Israele e l’Iran  iniziarono nel 1979, quando al potere tornarono gli ayatollah guidati da Ruhollah Khomeini. Una delle prime decisioni prese fu interrompere le relazioni diplomatiche e commerciali  con Israele, definendolo un regime illegittimo e criminale. Tuttavia i due Stati mantennero dei rapporti segreti per contrastare l’allora potente Iraq.

Dopo un periodo di “pace fredda”, le ostilità tra i due paesi si inasprirono agli inizi degli anni Novanta, con la fine della Guerra Fredda, la caduta dell’Unione Sovietica e la sconfitta di Saddam Hussein. L’Iran iniziò a fornire armi e mezzi finanziari iraniani a movimenti e milizie islamiche principalmente sciite che combattono ancora oggi  direttamente Israele sul terreno: Hamas nella Striscia di Gaza, gli Hezbollah in Libano, la Jihad islamica in Cisgiordania, in Siria  il regime di Assad.

I contrasti peggiorarono ulteriormente nel 2000 con l’ascesa al potere di Mahmud Ahmadinejad, che sostenne che Israele “dovesse essere cancellata dalla carta geografica”. In particolare, la tensione aumentò nel 2006 nella guerra tra Israele e Libano, quando i Pasdaran appoggiarono gli Hezbollah contro Israele.

Da allora i due Stati hanno continuato a scontrarsi seppur in modo indiretto, fino all’attacco militare iraniano senza precedenti nella notte tra 12- 14 aprile 2024.

 

 

 

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