in crisi climatica, Usa

E’ iniziata in Azerbaigian la conferenza sul clima COP29

Lunedì 11 novembre a Baku, in Azerbaigian, è iniziata la conferenza sul clima (COP29).
Il tema dell’incontro di quest’anno sarà la finanza climatica.
L’obiettivo della conferenza è quello di sbloccare i trilioni di dollari dei paesi più ricchi che inquinano di più a favore dei paesi in via di sviluppo per mitigare le emissioni nocive di carbonio, adattarsi al cambiamento climatico e far fronte alle perdite e ai danni che ne derivano.

Il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha descritto l’attuale sistema come “completamente inadatto allo scopo” e mal equipaggiato per far fronte alle sfide odierne: molti paesi poveri stanno affrontando livelli insostenibili di debito che li lasciano incapaci di investire nella protezione sociale e nell’assistenza sanitaria.

Un rapporto delle Nazioni Unite sul clima , pubblicato pochi giorni prima della conferenza, ha confermato che l’aumento della temperatura media globale si sta avvicinando a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, il che porterebbe il mondo a un aumento catastrofico di 2,6-3,1°C in questo secolo, a meno che non si intervenga immediatamente e in modo significativo sui tagli alle emissioni di gas serra.

Secondo il sistema di monitoraggio climatico della Ue Copernicus, il 2024 è l’anno più caldo mai registrato e il primo anno intero che sforerà il limite di +1,5 gradi di aumento della temperatura. Questo dato “segna una nuova pietra miliare nei record di temperatura globale e dovrebbe fungere da catalizzatore per aumentare l’ambizione per la prossima Conferenza sui cambiamenti climatici, COP29”- ha dichiarato il vicedirettore di Copernicus Samantha Burgess.

Se non si interviene, gli eventi meteorologici estremi saranno sempre più frequenti e pericolosi.

L’ONU chiede un’azione collettiva urgente, guidata dal gruppo G20 delle economie sviluppate e dai maggiori emettitori, per realizzare i tagli alle emissioni di gas serra necessari a limitare il riscaldamento globale.

L’aria che tira in Europa non è delle migliori tra crisi di governo, crisi economica e austerità. Poi si aggiunge il disimpegno degli Stati Uniti. Trump, come anticipato dal Wall Street journal, nel primo giorno del suo nuovo insediamento alla Casa Bianca, firmerà per l’uscita dall’Accordo di Parigi, come aveva fatto durante la prima presidenza.
Tuttavia i leader europei si sono impegnati a raddoppiare gli sforzi e a compensare il disimpegno americano.

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