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I suicidi in carcere sono un’emergenza nazionale

La situazione nelle carceri è drammatica.
Da inizio anno nelle carceri italiane si sono verificati  72 casi di suicidio. A questi bisogna aggiungere i sette  appartenenti alla Polizia Penitenziaria che si sono tolti la vita. Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, commentando l’ennesimo suicidio nelle carceri del Paese, l’ha definita una vera e propria mattanza.

Dal 1992 ad oggi, quindi in 31 anni, solo 11 volte a fine anno il numero era stato superiore a questo, solo che stavolta è stato raggiunto in poco più di 6 mesi.

Siamo nel pieno di un’emergenza penitenziaria senza precedenti. 14.500 detenuti oltre il massimo ospitabile, 18mila unità mancanti alla polizia penitenziaria, omicidi, suicidi, proteste collettive e disordini frequentissimi, risse, stupri, aggressioni, incendi, devastazioni, evasioni, traffici di sostanze, telefonini e armi, ma cos’altro deve accadere per suscitare un proporzionato intervento del Governo e del Parlamento? Si aspetta una strage ancora più grave? Un’evasione di massa? Cosa? Perché è chiaro che andando avanti così qualcos’altro di irreparabile accadrà ben presto”, aggiunge il Segretario della UILPA PP.

“E’ di tautologica evidenza che un’emergenza come quella in essere non possa essere affrontata con misure ordinarie, tantomeno con inutili decretini come quello recentemente licenziato dal Governo. Servono interventi eccezionali e con carattere d’urgenza per deflazionare subito la densità detentiva, consentire cospicue e reali assunzioni straordinarie e accelerate nella Polizia penitenziaria e assicurare l’assistenza sanitaria e psichiatrica. Vanno poi avviate riforme complessive. Il tempo è già scaduto”, conclude De Fazio.

Il decreto carceri è legge

Mercoledì 7 agosto la Camera ha dato il via libera definitivo al decreto carceri, che dovrebbe anche contrastare l’altra piaga delle carceri italiane: il sovraffollamento. Secondo gli ultimi dati del ministero della Giustizia, al 30 giugno 2024 erano 61.480 le persone detenute nelle carceri italiane, per un numero di posti ufficiali pari a 51.234.

In sintesi il decreto legge prevede che tra il 2025 e il 2026 verranno assunti 1000 nuovi agenti penitenziari. Si semplificano le misure per concedere sconti di pena e permettere ad alcuni detenuti con problemi di dipendenza di seguire dei percorsi riabilitativi e reinserimenti sociali.

Per l’opposizione questo provvedimento non sarà risolutivo. Della stessa opinione è anche l’associazione Antigone che, nonostante riconosca l’attivismo del governo sul tema, tuttavia considera le misure insufficienti per deflazionare il sistema e rendere la vita interna meno afflittiva.

“Mentre con una mano interviene con provvedimenti volti a suo dire a far decrescere i numeri della popolazione detenuta e a umanizzare la vita carceraria, con l’altra presenta un disegno di legge (n. 1660, attualmente in discussione alla Camera dei deputati) che, qualora approvato dal Parlamento, moltiplicherà le presenze in carcere e sottrarrà ogni tipo di garanzia democratica alle persone detenute.

Sarebbero necessari provvedimenti, di ben altro spessore, che incidano nell’immediatezza sui numeri generali della detenzione e la qualità della vita nelle carceri italiane, sia a garanzia della vita e dell’integrità psico-fisica delle persone recluse, che dello staff carcerario” ha aggiunto l’associazione Antigone.

 

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