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L’Italia non è un Paese per Lgbtq+

L’Italia è uno dei nove paesi che non ha firmato la dichiarazione per la promozione delle politiche europee a favore delle comunità Lgbtiq+, presentata dalla presidenza belga dell’Unione europea ai 27 Paesi Ue, in occasione della giornata internazionale contro l’omotransfobia. Insieme all’Italia non hanno firmato l’Ungheria, Lituania, Lettonia, Bulgaria, Croazia, Romania, Repubblica Ceca e Slovacchia.
Il ministero della Famiglia ha fatto sapere che la decisione di non firmare è legata al fatto che la dichiarazione “è sbilanciata sull’identità di genere» e ricalcherebbe quindi “il contenuto della legge Zan”, il disegno di legge che prevede l’inasprimento delle pene contro l’omofobia, transfobia e le altre discriminazioni, ma che in realtà non è mai  stato approvato.

Non è delle migliori nemmeno la posizione dell’Italia per i diritti Lgbtq. L’Italia è al 34esimo posto su 49, a certificarlo è lo studio Rainbow Europe sui diritti Lgbt, pubblicato ogni anno da ILGA Europe, piattaforma per la Commissione Affari sociali del Parlamento europeo. L’Italia è stata superata dall’Ungheria che è al 30esimo posto.

Il rapporto di Ilga Europe

Nel rapporto si sottolinea come il governo Meloni abbia promesso di affrontare la cosiddetta “lobby LGBT” e l'”ideologia di genere”.
Si legge anche che a gennaio, il Ministro per la Famiglia, la Nascita e le Pari Opportunità ha definito la maternità surrogata un crimine e ha affermato che i bambini hanno il diritto di avere “una mamma e un papà”. A marzo, il deputato di Fratelli d’Italia Federico Mollicone aveva affermato che la genitorialità omosessuale non era “normale” e che la maternità surrogata era un crimine peggiore della “pedofilia”. Ignazio La Russa, presidente del Senato, ha detto che gli dispiacerebbe avere un figlio gay. Il senatore Lucio Malan ha condiviso un post sui social media in cui equipara gli uomini gay ai “pedofili”.

Ad agosto, un generale dell’esercito Vannacci è stato trasferito dopo aver pubblicato un libro che includeva contenuti anti-migranti e omofobici. A dicembre è stato promosso Capo di Stato Maggiore, ma contestualmente è stata avviata nei suoi confronti una procedura disciplinare per mancanza di imparzialità durante il servizio attivo.

I crimini d’odio anti-LGBT, tra cui stupri, aggressioni, omicidi e percosse, sono continuati e si sono intensificati da quando il governo Meloni è salito al potere. Arcigay ha dichiarato a maggio che gli ultimi 12 mesi hanno segnato il periodo di maggior violenza che la comunità abbia dovuto affrontare, inclusi tre suicidi e tre omicidi.

Si parla anche dei ProVita e Fratelli d’Italia  che continuano a inviare avvisi di diffida a tutte le scuole che concedono ‘carriere alias’ ai propri studenti. Una “carriera alias” consente agli studenti trans di vedere riconosciuta la loro identità di genere nei registri di classe e di partecipare alla loro istruzione di conseguenza, senza modifica dei documenti ufficiali.

 

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